INTIMITA’ MOBILE / MOBILE INTIMACY

E’ durante il Lockdown del 2020 che l’artista inizia la sua riflessione sull’ idea di intimità e mobilità 

La sovrapposizione tra spazio geografico-fisico e la posizione elettronica implica una presenza relazionale al contempo emotiva e sociale ed è quella che possiamo chiamare “Intimità Mobile”. Nella svolta intima della mobilità sono state senza dubbio le donne le più coinvolte. Ciò è amplificato dal ruolo del telefono cellulare come tecnologia di prossimità sia strumentale che simbolica di erosione tra pubblico e privato. Partendo dalla propria esperienza personale l’artista esplora questo concetto in chiave femminista.

Le opere raffigurano dei selfie realizzati per intrattenere rapporti intimo-erotici che nell’atto di essere riportati su tela diventano analisi della propria condizione emotiva. Il selfie è un mezzo che ha reso accessibile a tutti l’ autorappresentazioneche in quanto autodefinizione è di per se’ azione politica. Gli scatti fotografici, poichè nati per viaggiare online, sono rigorosamente senza volto, farne un progetto artistico autobiografico significa metterci la faccia. E’ un modo per detabuizzare le chat erotiche ma anche un invito alla riappropriazione del proprio corpo come luogo del sè, alla presa di coscienza della propria identità che equivale a presa di coscienza delle tante e mai definite identità possibili. L’eros, esplicito nelle opere, è quella forza che se da una parte ci rende liberi al contempo ci lega e ci radica, a noi stessi prima che all’altro, alle nostre passioni o ideali per i quali ci impegnamo a lottare ogni giorno.

It is during the 2020 Lockdown that the artist begins his reflection on the idea of ​​intimacy and mobility.

The overlap between geographical-physical space and electronic position implies a relational presence that is both emotional and social and is what we can call “Mobile Intimacy”. In the intimate turning point of mobility, women were undoubtedly the most involved. This is amplified by the role of the mobile phone as both an instrumental and symbolic proximity technology of erosion between the public and private. Starting from her own personal experience, the artist explores this concept from a feminist perspective.

The works depict selfies taken to entertain intimate-erotic relationships which, in the act of being transferred to canvas, become analyzes of one’s emotional condition. The selfie is a means that has made self-representation accessible to all, which as self-definition is in itself a political action. The photographic shots, since they were created to travel online, are strictly faceless, making them an autobiographical artistic project means putting a face on them. It is a way to detaburate erotic chats but also an invitation to reappropriate one’s body as a place of oneself, to become aware of one’s identity which is equivalent to awareness of the many and never defined possible identities. Eros, explicit in the works, is that force which, on the one hand, sets us free, at the same time binds and roots us, to ourselves before to others, to our passions or ideals for which we commit ourselves to fighting every day .

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My Quarantine (2020)

Tecnica mista su tela – cm 120 x 80

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GoodLockDown (2020)

Tecnica mista su tela – cm 120 x 80

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…<3 (2021)

Tecnica mista su tela – cm 120 x 80

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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo (2021)

Tecnica mista su tela – cm 120 x 80

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L’amore guardò il tempo e vide eternità (2023)

Olio su tela – cm 60 x 60

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Allegoria del piacere (2022)

Olio su lino – cm 60 x 40

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Amarsi un po’ (2022)

Olio su lino – cm 70 x 40